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24 maggio 2013 5 24 /05 /maggio /2013 10:34

Pseudo cronaca di un evento letterario

  

a cura di Eugenio Nastasi

 

La presentazione del volume “L’evoluzione delle forme poetiche – La migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio (1990-2012)” Kairòs Edizioni, Napoli, 2013, a cura di Antonio Spagnuolo e Ninnj Di Stefano Busà, ha offerto, lunedì 13 maggio u.s. presso la Libreria Ready Cavour a Roma, davanti a un amalgamato pubblico di poeti e curiosi, l’occasione di guardare alla poesia contemporanea in modo diretto, senza filtri critici interessati e/o comunque di parte. Nel compito portato a termine dai due curatori si scorgono i problemi concreti del “fare poesia”, si fa strada insomma la necessità di cogliere anche “nei periodi bui di stagnazione e regressione” come l’evoluzione delle forme poetiche “ha mantenuto (per fortuna) alcune categorie  universalizzanti che fanno della parola poetica una realtà necessaria” (dall’introduzione della Di Stefano Busà).

In soldoni spiccioli, come hanno argomentato Corrado Calabrò, Plinio Perilli e Franco Campegiani, moderati da Claudio Fiorentini, questa antologia possiede lo statuto di “archivio storico” inaugurando una stagione di accurato impegno di ricerca e disamina dell’evoluzione delle forme poetiche italiane ad ampio spettro, ovvero sintonizzando l’attenzione speculativa anche attorno alla produzione scritta della periferia. La presenza di ben 287 poeti, censiti e vagliati in anticipo, descrive esaustivamente il “periodo poetico” dell’ultimo ventennio, anche se le assenze non mancano ma non certo per miopia dei curatori se è vero, come scrive Spagnuolo nella postfazione, che “diversi autori (bontà loro !) hanno declinato l’invito, adducendo scuse a volte puerilmente banali, a volte prive di quella necessaria cultura umanistica che distingue lo scrittore autentico”.

“La pluralità delle voci” ha detto Franco Campegiani nella sua relazione, “è testimone senz’altro di un desidero documentaristico, di oggettività storica pertanto, più che di tendenza artistico-culturale. Tuttavia un’ indicazione critica emerge per il fatto che i direttori d’orchestra riescono a fare della pluralità polifonica, un coro a più voci intorno al leitmotiv della ricerca dell’umano in un mondo vieppiù dominato dalle macchine e dalle tecniche, come quello attuale; in una situazione di “ crescente isolamento e depauperamento della poesia, quando invece più forte se ne avverte il bisogno”, come è detto nella nota divulgata dalla Kairòs. In questa nota si specifica che “scopo dell’opera è affiancare e stimolare una più ampia conoscenza dei fenomeni linguistici sollecitando la voglia di aprirsi al sogno che, sempre, da un’epoca all’altra, rimane immutato e risulta vincolato al desiderio di proporsi alla Poesia”. Non meravigli l’ampio spazio dato ad alcuni passi dell’intervento di Campegiani vista la sagacia con cui l’autore coglie l’animus dell’intera operazione editoriale, accentuando il peso della scelta della Kairòs “che supporta la presente operazione antologica e sceglie di fare fino in fondo il proprio ruolo di editore, finalizzando l’aspetto commerciale a quello prettamente culturale e artistico. Occorre scardinare il pregiudizio che i cosiddetti bisogni dello spirito possano, o addirittura debbano, essere trascurati sul piano della vita pratica”.

Ponendosi in una condizione di avanscoperta rispetto ad altri tentativi pubblicati in questi anni, l’antologia porta in superficie, nelle due parti che la compongono, quel carattere peculiare che è proprio del poeta in rapporto col suo tempo e col suo spazio socio-culturale. Si tratta dei decenni che immediatamente ci precedono 1990-2012, dentro ai quali si è manifestata la prosecuzione di una sopravvivenza della poesia pur negli sbandamenti dell’omologazione e nell’assalto dei media stigmatizzati nel flusso perenne tipico della rete, ovvero nelle varie fasi della stagione dei dissensi avanguardistici e, comunque, degli sperimentalismi spontaneistici, per lo più avviati a esaurirsi nel tempo.

Anni certamente complessi, durante i quali poeti noti e comunque degni di collocazione storiografica e poeti meno noti ma di provata fisionomia, diversa rispetto al passato e dunque riconoscibili nel segno scritturale, mettono in cifra un profilo stilistico e versificatorio denso portando l’espansione poetica oltre il mediocre confine del poetichese. Confine riconducibile a quel mondo esterno che non ha più il sapore, l’odore, il colore, la stessa finitudine della realtà o del suo ricordo e sogno, ma l’imbalsamato perimetro della clausura minimalista, cioè dell’ovvio, dell’artificiale, dell’oleografico. Si sviluppa, insomma, con questo impegnativo lavoro di ricerca, un progetto per la poesia, in grado di reggere quanto meno per l’autenticità delle voci, la perdita di terreno se non proprio di pubblico della poesia in vetrina, scorgendo dentro lo steccato di una più vasta crisi esistenziale e morale, elementi di provata attitudine, convinti che ogni forma di arroccamento sulle proprie posizioni vada individuata e risolta, ma non occultata. E’, per dirla con i termini correnti della più avvertita critica, la frequentazione dell’infinita riserva dei dialoghi attraverso cui è auspicabile la ripresa di contatto tra le sfere in qualche modo sublimi della produzione poetica e la popolazione dei lettori, in una dimensione di scambio capace di parlare al pubblico, offrendo in una sorta di osmosi intellettuale, un punto di riferimento e un luogo di discussione.

Rilevando la pluralità di esperienze poetiche che partono da lontano e prendono forma nel recente periodo di particolare fermento, gli autori in definitiva intendono qualificare questi anni caratterizzati dallo slancio della ricerca e degli esiti come occasioni di coinvolgimento e di apertura, anche se, come riporta Spagnuolo, “ la fruizione del testo poetico non si esaurisce con la comprensione”. L’importante, ed è bene sottolinearlo, che la poesia divenga luogo di immersione con caratteristiche di condivisione di una certa ritualità del qui, ma anche dell’oltre.

Va da sé che il testo restituendo al panorama editoriale un tassello che mancava, è tutto da leggere e consultare per la sua riuscita consistenza di almanacco se non proprio di annuario.

Mi piace, infine, segnalare altri nomi di amici, in qualche modo assimilabili a quelli proposti da Campegiani nel suo intervento, inseriti nel testo insieme allo scrivente: il compianto Mario Specchio,  Franca Alaimo, Leopoldo Attolico, Nicola Romano, Luca Benassi, Roberto Maggiani, Antonio De Marchi-Gherini, Domenico Cipriano Franco Buffoni, Mariella Bettarini, Nadia Cavalera, Pietro Civitareale, Liliana Ugolini, Guglielmo Peralta, ed altri.

Il più affettuoso saluto ad antologizzati eccellenti: ai due ottimi curatori Ninnj Di Stefano Busà  e Antonio Spagnuolo, al solerte Plinio Perilli, a Corrado Calabrò e a Franco Campegiani, che ha permesso col suo contributo scritto di rendere meno lacunosa questa pseudo-cronaca.

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22 maggio 2013 3 22 /05 /maggio /2013 17:42

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI x 4 persone:  1kg di spinaci, 200 gr. di ricotta, 1 uovo, 40 gr. di burro, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, farina, sale e pepe, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato, noce moscata.

 

Pulite gli spinaci, mettetele a stufare in una padella antiaderente con il burro sciolto e  un cucchiaio d'acqua, incoperchiateli, date qualche mescolata, finché risultano morbidi, Tritateli e strizzateli bene con le mani, aggiungete anche la ricotta, l'uovo, la noce moscata, sale e pepe, e 1 cucchiaio di farina  (o più, a seconda la consistenza), tanta quanto basta ad ottenere un composto sodo. Formate con le mai, prendendone un po' alla volta delle crocchette, infarinatele bene, scrollatele dell'eccesso e buttatele poche alla volta in acqua bollente salata. Scolatele con la schiumarola, non appena tornano a galla. Sistematele in un piatto di portata, e versatevi ancora caldi una noce di burro fuso e salvia. Spolverate abbondante parmigiano e servite caldo.

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22 maggio 2013 3 22 /05 /maggio /2013 10:26

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 1 pollo di circa 1,300 gr, 1 noce di burro, 1 cucchiaio di crema di latte, 1 tazzina da caffè di latte, farina, sale e pepe, un goccio di Grand Marnier.

 

Pulite il pollo, tagliatelo a pezzi, conditelo con sale e pepe, infarinateli, fate rosolare i pezzi in padella col burro. Quando esternamente risultano dorati e croccanti, unite il latte, mescolate, aggiungete anche la crema di latte. Portate a termine la cottura aggiungendo un goccio di Grand Marnier  e lasciandolo evaporare. E' pronto quando si formerà una salsa densa e gradevole.

 

 

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20 maggio 2013 1 20 /05 /maggio /2013 17:36

 

 DICOTOMIE di Nazario Pardini

 

Si può dire che ormai Nazario Pardini si presenti come uno dei poeti di grande e notevole spessore del secondo Novecento italiano. Ciò che colpisce di primo acchito è la sua capacità espressiva rigorosamente sintetica che ha conservato, delle prime opere, la schiettezza e l’incanto stilistico, oltre che l’efficacia di una fervida creatività e fantasia. La sua poesia è profonda, illuminata, incisiva con un nitore e una fluidità eccezionali. 

Si tratta davvero di un libro diverso, insolito e stupefacente, il suo Dicotomie perché fuori dagli schemi, nonché diverso anche dai suoi precedenti. Dunque, ritengo sia l’opera della piena maturità, il “clou” della sua attività poetica, incardinata nel senso della vita di cui ha percorso ogni tratto di strada, ogni sentiero impervio, ogni segmento vitale e ogni morte del passato, tra interiore ed esteriore, tra sacro e profano. Il poeta è perfettamente in sintonia con quell’idea di “poesia onesta” di sabiana memoria, una parola che non sia artefatta, arzigogolata e non si compiaccia del proprio potere magico che pure ha a iosa, ma che aderisca alla vita, all’idea di onestà del linguaggio, in una prospettiva storica e umana che ne contenga principi spontanei e linearità, visione della realtà e condivisione con gli altri. In questo libro Nazario Pardini raggiunge la perfezione senza nulla perdere in termini di fascino, d’eleganza della scrittura. Il poeta possiede il carisma come strumento di suggestione poetica, vi si evincono precisione d’immagini, testi memorabili e folgoranti. Sufficienti pochi versi per capire come l’autore sappia coniugare alla perfezione tutti i capitoli della sua storia con estrema semplicità, con sofferta e matura sensibilità emozionale, consegnandoci spaccati di vita e di memoria inossidabili. La poesia di Nazario Pardini è intessuta di nostalgia, si respira in abbondanza una diffusa serenità, in atmosfere calde e suggestive. “non profumano più quei bocci bianchi;/ ci sono uccelli a branchi/ che roteano largamente sui detriti/ dell’ingordigia umana”. L’accento viene posto con lucidità, ma anche con tenero distacco, con sensazioni e pensieri che si avvalgono di un linguismo chiaro, nitido, semplice, raffinato che possiede la grande capacità di testimoniare sul piano letterario un livello che salta all’occhio, per la grande compostezza del modulo espressivo, la trasparenza e la levigatezza del verso.

Segno di grande maturità e autentica vocazione, voce limpida che sa giungere direttamente al cuore del lettore:

Facemmo un ombrello di carta e la sera

ci avvicinò con l’aria

seviziata dai guizzi del tramonto.

Restammo assieme a lungo

sotto il battito

di quella volta fragile.

Poi il silenzio

di me che non sapevo il giorno,

di te che ti affidavi a sera

delle parole al volo,

ci cullò quasi vestito

dei fremiti del mare.

Andare, andare era il tuo sogno.

 

Al semaforo un emigrante lavavetri

cercava tra i colori delle case

un qualcosa che portasse al suo paese.”

 

Anche il pensiero poetante illuminato dalla luce spirituale è un tratto distintivo di Nazario Pardini: i toni epico-lirici sono pervasi da una tensione orfica e di un trasfondere di coscienza che si evince e si individua come autentico e matamorfico coacervo di storia, che indaga il tempo e gli eventi, l’umanità e la divinità dell’universale che non si limitano a descrivere momenti solo alti, ma va al di là, oltre la ferita umana, oltre la fatica esistenziale per rivendicare un po’ d’infinito, quantomeno, la sensibilità di un “perdono” a qualche nota stonata, a qualche rievocazione di silenzio trafitto, che evidenzia e mette in luce il pianto e il dolore universali, tra i riconoscibili segni di questo ottimo poeta. Insomma un libro che c’è, è presente, si fa riconoscere, raggiunge note alte, armonizzandosi alla coscienza planetaria. Si presenta carismatico col segno preminente della pietas, tra gli aneliti estremi del perdono che si configura come immagine di un simbolismo misterico assoluto che pare redimere e del quale tutti ne costruiamo la spiritualità e i sentimenti, umanizzandone solitudini e assenze e aprendo il cuore alla bellezza del creato. Superlativi ad es. questi versi in memoria della madre:

Non di rado,

alla sera, il tramonto si gonfiava

per toccare coi suoi colori d’oro

la mota di quei solchi. E mia madre

si stupiva davanti a quei colori,

davanti a quella volta iridescente.

Con il falcino in mano, e il volto stanco,

ammirava, stupita,

quei giochi del tramonto sopra il campo.

La straordinarietà della poesia di Pardini consiste nel voler sottrarre la bellezza della natura, del sogno, del mito agli annichilenti artigli del tempo, alle incidenze delle scoloriture e recuperarle alla vita, limitandone l’entropia e la corruzione, prolungando fin dove possibile le accensioni sublimi delle sue cromature, dei suoi riverberi, fermandone le note essenziali in atmosfera d’anima, con la struggenza ineluttabile e tragica della partecipazione, attraverso il sortilegio del ricordo o di una parola intensa e metafisica che possa limitare i danni della sua autodistruzione nei correlativi analogici oggettivi di eliotiana memoria.  

 

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19 maggio 2013 7 19 /05 /maggio /2013 16:02

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI x 4 persone: 4 fettine di fesa di vitellone, 1 bustina di zafferano, 1 cucchiaio di brandy, 1 cucchiaio di panna fresca, 1 mestolino di brodo vegetale, farina, olio extravergine di oliva, sale e pepe verde in grani, (a piacere prezzemolo o foglioline di rucola per guarnire).

 

Infarinate con cura le fettine di carne, rosolatele nell'olio caldo e giratele da ambo i lati. Toglietele dal fuoco, sistemandole su un piatto e tenetele al caldo. Unite al fondo di cottura, la panna, il brandy, la tazzina di brodo caldo nel quale farete sciogliere lo zafferano, aggiustate di sale. Quando la salsa diventa omogenea e consistente, trasferite le fettine su un vassoio, versatevi la salsa preparata e cospargete con i grani di pepe verde, decorando con prezzemolo tritato o foglioline di rucola.

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19 maggio 2013 7 19 /05 /maggio /2013 15:08

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI X 4 persone: 300 gr. di bucatini, 1 cipolla, 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di prezzemolo tritato, mezzo cucchiaino di origano, 4 cucchiai di pangrattato, olio, sale e pepe (a piacere, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato)

 

In una padella antiaderente con 3 cucchiai d'olio, soffriggete la cipolla e l'aglio tritati finemente (senza farli bruciare) aggiungere origano, prezzemolo, sale e pepe e lasciate insaporire qualche minuto. Intanto scolate al dente i bucatini che nel frattempo avete fatto cuocere in acqua salata. Versate nella padella e fateli saltare nel condimento. Spegnete la fiamma. In un padellino antiaderente con 1 goccio d'olio fate tostare il pangrattato mescolando continuamente,quando ha un bel colore dorato, cospargetelo sulla pasta e servite caldissimo. A piacere, potrete anche spolverare una manciata di parmigiano grattugiato.

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15 maggio 2013 3 15 /05 /maggio /2013 10:47

“Baciami con i baci della tua bocca: le tue carezze son migliori del vino. Amore è la sua armata contro di me.”Cantico dei Cantici"

 

a cura di Gabriella Pison 

 

 

 

Questi versi rappresentano l’incipit del “Cantico dei cantici”: vera e propria “antologia” di antichi canti d’amore, sapientemente disposti secondo un climax crescente di desiderio, così nella poetica di Ninnj Di Stefano in cui ci troviamo  coinvolti in una danza dei sensi alla quale ci invita facendoci respirare l’intensità del desiderio attraverso l’esaltazione del gusto, dei profumi, della forza primigenia della terra, dell’acqua: Così rubami la memoria, fatti miele e zenzero” o “nell’amplesso impudico della passione…. come fragranza di rosa.” o ancora ” “amore è miele d’arnia che chiude alveari di silenzi”.

Un contrappunto, come vero must di una poetica di fiorito eclettismo in cui si inseriscono  le sue parole, vere meditazioni esaltanti, ermetiche e sofisticatissime: un’impalcatura armonica di un viaggio che si fa armonia nell’ ”orchestrazione di tante meraviglie”, e “il canto si fa breve, sfiora corde desuete e diventa ricerca filosofica per sfuggire alla solitudine, perché anche quando pensa di essere in due, è sempre sola:” Perché la chiave dei miei giorni è correre da te.”

Ninnj Di Stefano è una delle potesse contemporanee più geniali : ormai giunta alla soglia di una meritatissima celebrità può scrivere un libro sull’eros, inteso come viaggio all’unisono di due corpi e di due anime. Non è l’eros, un piano superiore di natura squisitamente simbolica questo, che prende semplicemente la carne, ma è apertura straordinaria , che conduce alla bellezza,  riconosce e crea il valore dell’altro in donazione  epifanica e creativa, che si fa  passione, tenerezza, desiderio allusivo, fantasia, gioco. È un libro che va assaporato dapprima tutto d’un fiato, per gustarne la musicalità e la fragranza del desiderio; la seconda per riflettere su come l’eros cambi l’essere umano, assecondando il sogno, rendendo più dolce il rimorso, il peccato, lo smarrimento e più luminosa la vita. Il paradigma strutturale della sessualità umana ha  dunque il suo asse portante nella sua “simbolicità” e nella silloge della Poetessa c’è  un percorso circolare, mai ossessivo, di proiezioni verso ulteriori significati, che trascendono la corporeità, la materia, la carnalità, così “Un corpo è sempre un corpo, anche nel sorriso che esprime il possesso, l’alterità di un sogno che vi cresce dentro, quando con naturalezza ci attraversa veloce un altro sangue, e rifiorisce nelle vene il senso del mondo, nudo e segreto”.

 

Spiegami, amore, come faccio ad amare la carne senza baciare l’anima scriveva Alda Merini e Ninnj Di Stefano Busà con “Noi siamo (il nostro tempo) stemperato nell’amore” sintetizza splendidamente il male di vivere, la solitudine, il desiderio di uscire da sé alla ricerca dell’anima  e traccia il leit motiv della sua poetica, in una grandezza di “poeta di istanti assoluti”(come Octavio Paz aveva celebrato Juarroz):

 

Una pur breve eternità cogliemmo da vertigine d’amore”…..

 

 

Gabriella Pison

Trieste, 11/5/2013

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7 maggio 2013 2 07 /05 /maggio /2013 08:54

CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”

XI EDIZIONE 2013

 

Regolamento

 

Il Comune di Sant'Anastasia (Napoli) indice e promuove la XI Edizione 2013 del Concorso Nazionale di Poesia "Città di Sant'Anastasia", avvalendosi dell'Organizzazione e Direzione Artistica dell’Associazione “IncontrArci” di Sant’Anastasia - Circolo Letterario Anastasiano. Al concorso potranno partecipare tutti i cittadini residenti in Italia o all’estero, purché i testi siano in lingua italiana.

 

SEZIONE POESIA SINGOLA

 

Si partecipa a questa sezione inviando una o due poesie in lingua italiana a tema libero, di lunghezza non superiore ai 50 versi, in 6 copie, di cui una soltanto completa di generalità, recapiti telefonici ed e-mail, e di una dichiarazione firmata in calce che ne attesti la paternità.

Nell'ambito di questa sezione è anche possibile presentare un'ulteriore poesia ispirata al tema: "Ambiente e territorio vesuviano", in lingua italiana od anche in vernacolo napoletano, sempre in 6 copie di cui una con le generalità.

Si precisa che l'Organizzazione non pone alcuna restrizione sull'inedicità delle poesie presentate, o se trattasi di testi già premiati e/o segnalati in altri concorsi: unica norma da rispettare è che l'autore dichiari che il testo presentato è di sua esclusiva creatività e proprietà.

 

Si richiede un contributo unico per spese organizzative di Euro 10 (dieci) da versare su c.c.p. nr. 63401236 intestato all’Associazione “IncontrArci”, con causale: Concorso di poesia Città di Sant’Anastasia XI Edizione, Sez. Poesia Singola. Fotocopia del versamento dovrà necessariamente essere allegata agli elaborati.

 

Premi

 

Soltanto per la sezione a tema libero in lingua italiana, sono previsti i seguenti premi:

1° premio: Euro 600; 2° premio: Euro 350; 3° premio: Euro 250.

 

In base alla graduatoria generale stabilita dalla Giuria, saranno inoltre premiati con Targhe ed eventuali premi speciali:

- la migliore poesia ispirata al tema "ambiente e territorio vesuviano";

- la migliore poesia di un Autore giovane (fino a 23 anni);

- la migliore poesia di un Autore del territorio (Sant'Anastasia e dintorni).

 

SEZIONE POESIA EDITA

 

Si partecipa a questa sezione con un libro di poesie pubblicato non anteriormente al 2010.

Il libro va consegnato in 4 copie, accompagnato da un foglio che riporti le generalità complete dell'Autore, i suoi recapiti telefonici ed eventuale e-mail.

Si richiede un contributo per spese organizzative di Euro 5 (cinque) da versare su c.c.p. nr. 63401236 intestato all’Associazione “IncontrArci”, con causale: Concorso di poesia Città di Sant’Anastasia XI Edizione, Sez. Poesia Edita. Fotocopia del versamento dovrà necessariamente essere inclusa nel plico.

 

Premi

 

Per questa sezione è previsto un unico premio di Euro 500.

 

DISPOSIZIONI GENERALI VALIDE PER AMBEDUE LE SEZIONI A CONCORSO

 

1) E' possibile la partecipazione contemporanea ad ambedue le sezioni di poesia singola e di libro di poesia, versando il contributo totale per spese organizzative pari a Euro 15 (quindici).

 

2) I plichi dovranno essere spediti unicamente al seguente indirizzo: SEGRETERIA DEL CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”, PRESSO UFFICIO POSTALE DI MADONNA DELL’ARCO, 80048 MADONNA DELL’ARCO (Napoli), entro il 15 ottobre 2013. Si prega caldamente di evitare le raccomandate. Per la Sezione Poesia Singola è anche possibile l’invio per posta elettronica all’indirizzo circolo-lett-anastasiano@hotmail.it  In questo caso si dovrà allegare anche la fotocopia dell’avvenuto versamento, oppure indicarne gli estremi.

Gli elaborati non saranno restituiti. I libri entreranno a far parte della Biblioteca Comunale. L’Organizzazione non risponde di eventuali disguidi postali o mancati recapiti.

 

3) A discrezione dell'Organizzazione, e in base alle valutazioni della Giuria, potranno essere inoltre conferiti altri riconoscimenti consistenti in manufatti in rame dell’artigianato locale, libri e pubblicazioni artistiche messi a disposizioni da eventuali Sponsor.

I premiati e i segnalati riceveranno inoltre diplomi con motivazioni.

 

4) I nomi dei componenti della Commissione esaminatrice, il cui giudizio è insindacabile e inappellabile, verranno resi noti il giorno della premiazione, che si terrà in Sant'Anastasia in giorno e luogo da stabilirsi (comunque entro l'anno 2013). Soltanto i premiati ed i segnalati saranno tempestivamente avvisati.

Gli altri partecipanti potranno conoscere i risultati del concorso sui siti: http://concorsopoesiasantanastasia.blogspot.com; http://circololetterarioanastasiano.blogspot.com,  e sugli altri siti letterari, oppure telefonando in Segreteria.

I premi dovranno essere ritirati direttamente dagli interessati. Soltanto in caso di seria e comprovata indisponibilità, è ammessa la delega per iscritto. In caso contrario, i premi non verranno consegnati né spediti.

Ai sensi dell'art. 10 della L. 675/96, si assicura che i dati personali relativi ai partecipanti saranno utilizzati unicamente ai fini del Concorso.

 

Per eventuali informazioni, è disponibile la Segreteria (081.5301386 ore serali); e-mail: circolo-lett-anastasiano@hotmail.it.

 

L'Organizzazione ringrazia tutti coloro che vorranno diffondere la notizia del presente Concorso di Poesia.

Si prega di non attendere gli ultimi giorni per l’invio degli elaborati, onde facilitare il compito della Segreteria e della Giuria.      

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5 maggio 2013 7 05 /05 /maggio /2013 16:01

I VERSI SI SUSSEGUONO IN MANIERA SUGGESTIVO-EMOZIONALE, COGLIENDO LA VOCE DELL'EROS COME LA SOLA IN GRADO DI DAR VITA AL SOGGETTO AMOROSO. UN'OPERA AVVINCENTE E COMMOVENTE CHE VA OLTRE IL QUOTIDIANO SENTIMENTO D'AMORE.

 

 

 

544

La foto in oggetto, (non mia), ci permette di osservare un noto e suggestivo dipinto di Pierre Bonnard. Essa vale come piccolo omaggio a Ninnj Di Stefano Busà, che mi ha offerto nei giorni precedenti in lettura la sua ultima silloge poetica, dal titolo Eros e la nudità, TRACCE Edizioni, 2013; con interventi critici di Walter Mauro, Plinio Perilli e Arturo Schwarz. Circa la poetica della Busà, su cui ho scritto più volte nel presente blog (con l’apprezzamento che si deve a una voce davvero grande della poesia italiana del nostro tempo), vorrei qui riportare brevemente alcune osservazioni degli studiosi appena citati. Non si può non condividere, infatti, quanto osserva Walter Mauro: “ Qui siamo oltre il manierismo di tanta poesia odierna, vi è chiara e nitida la parola che indaga sulla capacità del rapporto d’amore attraverso la suprema luce della poesia ed entra, definitiva e felicemente risolta, nel rapporto fondamentale tra l’io e il noi superando la dualità, per giungere alla più alta conquista poetica”. Plinio Perilli, per proprio conto, sottolinea opportunamente “il rigore fervido delle metafore” della Busà, capace di “un’ars dictandi affilata e nobilissima, che davvero non le concede (e cui ella stessa non concede) tregua di sorta…”. Ora, per quanto mi riguarda, devo riconoscere senza mezzi termini la grande bellezza della suddetta silloge; all’interno della quale diverse liriche risplendono per sentimento poetico e stile. Tuttavia, volendo scegliere una di esse, mi preme segnalare ai visitatori del blog un’autentica gemma di semplicità e purezza, mirabile a parer mio per il superamento di qualsiasi attrito nel verso incipitario:

 

Poi la nostalgia ci prende
e non si arrende al silenzio delle cose,
ai rami spogli, alle stagioni in corsa.
Abbiamo consumato l’asfalto delle strade,
coi passi frettolosi dei ritorni.
Perché la chiave dei miei giorni
è correre da te, saperti affine a ciò che resta,
tra la distanza e il nulla
.

 

*****

 

Fummo fragranze di terre lontane,

vento di passioni, mere effrazioni,

dentro corpi felici.

                       Era la giovinezza,

o l'onda del mare alterata dal vento

che inondava di spruzzi il nostro viso.

Una pur breve eternità cogliemmo

da vertigine d'amore.

 

 

****

 

Tu accoglimi nel cerchio delle braccia,

sciogli gli ormeggi in un canto evocativo:

la bellezza già sfuma in un dolore,

si fa guizzo nei nostri occhi.

Così, rubami la memoria, fatti miele e zenzero.

E' tutto qui...questo il canto amorevole,

sorprende le alchimie senza tempo,

la gioie che ci catturano.

Come uccelli di fuoco sorvoliamo il caos.

 

dunque, un “attacco” in medias res felicissimo, laddove la consumata ars poetica della Busà non manca di far individuare la sua inconfondibile impronta (alludo alla rima “prende/arrende”; segnata, dal punto di vista fonosimbolico, da una consonante come la “d”, che è, rammentiamolo, una occlusiva dentale sonora: quanto mai funzionale, nel contesto, a farsi carico di un implacato amore). Ma, dopo questa rapida analisi stilistica, diamo la parola al mio amatissimo Leopardi:

“…non si ricorda il Breme di quella osservazione filosofica che è pur vecchia, dico, che i mezzi più semplici e veri e sicuri sono gli ultimi che gli uomini trovano, così nelle arti e nei mestieri…E così chi sente e vuol esprimere i moti del suo cuore ec. l’ultima cosa a cui arriva è la semplicità e la naturalezza, e la prima cosa è l’artifizio e l’affettazione, e chi non ha studiato e non ha letto, insomma come costoro dicono è immune dai pregiudizi dell’arte, è innocente ec. non iscrive mica con semplicità, ma tutto all’opposto” (Zibaldone, 20).

Sicché, per il giovane Leopardi alle prese con le pagine iniziali del suo sterminato diario intellettuale (definito memorabilmente da Sergio Solmi come “pensiero in movimento”), la semplicità nello scrivere rappresenta una conquista, lungi dall’essere un punto di partenza (un Leopardi dichiaratamente polemico, nel passo citato, nei confronti dei “romantici” del suo tempo). Tale posizione leopardiana vale, per me, al dunque, come efficacissimo riconoscimento della qualità dei versi di Ninnj Di Stefano Busà sopra riportati. Alla Di Stefano Busà, peraltro, il 9 maggio 2013, in Roma, presso La Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale della UNIVERSITA’ PONTIFICIA SALESIANA (piazza dell’Ateneo Salesiano, 1), verrà conferita la Laurea Apollinaris 2013 (riconoscimento prestigioso conferito solo a 5 delle personalità poetiche più importanti: Liana De Luca, Dante Maffia, Nazario Pardini ed Elio Pecora). Per maggiori informazioni in merito all’evento rimando alla pagina web conferimenti università pontificia salesiana. A Ninnj Di Stefano Busà vanno senz’altro, nel concludere il presente articolo, le mie più sentite felicitazioni al riguardo.

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3 maggio 2013 5 03 /05 /maggio /2013 20:11

 

 

COMUNICATO- STAMPA 

 

 

 

 

PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “JUAN MONTALVO”

Tra i 30 finalisti estratto anche un viaggio in Ecuador

Il Consolato Generale dell’Ecuador a Milano e il Centro Ecuadoriano di Arte e Cultura a Milano, in collaborazione con i Dipartimenti di Lingue e Letterature Straniere e di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Culturali dell’Università degli Studi di Milano. Rinnovano l’appuntamento con la cultura, bandendo il Premio Letterario Internazionale “Juan Montalvo”. Un evento culturale giunto alla sua terza edizione e che quest’anno è dedicato alla figura di Montalvo, prestigioso esponente della letteratura ecuadoriana dell’800.

 

Il tema di questa edizione è: storie, geografie, paesaggi, migranti, salvaguardia del medio ambiente. Tre le sezioni previste: “A” Poesia, “B” Racconto, “C” Fotografia. Tre anche le giurie, composte da nomi illustri della cultura italiana e internazionale.


Poesia
: Gianni Turchetta (Presidente), Vivian Lamarque, Ninnj di Stefano Busà, Maurizio Cucchi, Franco Loi, Davide Rondoni, Roberto Malini, Corrado Calabrò, Alessandro Quasimodo.

Racconto: Emilia Perassi (Presidente), Sveva Casati Modignani, Nicoletta Vallorani, Maria Vittoria Calvi, Gianni Vattimo, Haidar Hafez, Don Alessandro Vavassori, Adrián Bravi.

Fotografia: Maria Jijón (Presidente), Lorry Salcedo Mitrani, Marco Carraro, Giampiero Piretto, Enrique Sepúlveda, Andrea Dynners.


La partecipazione al premio è gratuita e tutte le indicazioni per iscriversi e inviare la propria opera sono reperibili sul sito
www.integrazioneculturale.com. I lavori vanno inviati entro il 31 maggio 2013.

Oltre alla vittoria del premio, anche un sorteggio che regalerà, ad un fortunato tra loro, un viaggio di sette giorni in Ecuador con la possibilità di visitare il famoso Parco Nazionale Yasuni, vero paradiso della biodiversità.

La cerimonia di premiazione avrà luogo a Milano il 22 novembre 2013

 

Info www.integrazioneculturale.com    premioletterarioga@hotmail.com

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