di Ninnj Di Stefano Busà
Il numero dei "single" di sesso femminile è in aumento vertiginoso. C'è da chiedersi come mai? Sono cambiati i tempi? è cambiata la società? vi sono in giro meno uomini disposti al vincolo matrimoniale? sono cambiate le capacità della donna di fare coppia fissa, di aprire un dialogo duraturo con l'uomo? Vi è un risvolto di carattere psicologico a tale tendenza? o è il frutto di una società che non crede più nei valori della famiglia, nelle regole da rispettare per vivere in pace e serenità un connubio, diventato difficile, ma non impossibile tra uomo-donna.
Da una parte aumenta il fenomeno degli omosessuali conclamati, che ora vengono allo scoperto, senza più le reticenze del passato: l'orgoglio gay! è diventato sfrontato, ha messo da parte pudori ancestrali, paure, dubbi e perplessità per inseguire un bisogno patologico di più complessa entità, un fenomeno anch'esso da indagare, analizzare in tutte le sue componenti. Vi sono addirittura petizioni presso la Chiesa e pressioni di gruppi omosessuali che insistono nel voler trovare una soluzione ai loro problemi, addirittura creando coppie "di fatto" che ambirebbero a sancire un "matrimonio", essere considerati nella società, avere "diritti" patrimoniali, adottare figli.
Dall'altro lato, il fenomeno delle donne che si autodeterminano "single" per volontà, per scelta sono un numero in continua crescita: "sono single e me ne vanto" è il loro motto.
A costoro piace il sesso senza innamoramento, proprio come agli uomini che, per secoli non hanno avuto bisogno di giustificare il loro bisogno di accoppiamento sessuale. Non hanno sensi di colpa PER LA LORO FUORVIANZA ATTITUDINARIA, si sentono libere e leggere, senza obblighi né vincoli di carattere giuridico-comportamentale, senza remore morali. Eppure, in tempi di pare opportunità, la donna che autonomamente decide sulla sua vita sentimentale o sessuale, appare ancora un anacronismo, una devianza.
Il perbenismo da strapazzo è sempre pronto a denigrare, a biasimare. Una donna che dichiari di volere una sessualità libera da vincoli, suscita qualche scalpore o perplessità, viene guardata con biasimo e sospetto.
Ma se l'uomo dei sogni si allontana sempre più dal loro raggio d'azione, non è più una opportunità, neppure tanto ambita, mettere su famiglia, avere figli, coinvolgimenti di coppia, bisognerebbe indagare sulle vere ragioni dell'allontanamento dalla famiglia che non è più considerata la realizzazione di un progetto futuro, ma un percorso accidentato, dove le esperienze multiple e inquietanti possono apparire tutte in negativo.
L'altra metà del cielo, allora, non è più la soluzione alla solitudine, alla ghettizzazione della donna come un tempo, in cui definita "zitella" veniva messa da parte.
La saggezza della donna moderna consiste nel vivere appieno la sua sessualità senza intaccare il lato affettivo, senza coinvolgere i sentimenti: corpo e anima restano sostanzialente distanti. Il difficile resta vivere questa situazione nel futuro.
L'orologio biologico batte inesorabile le ore relativamente "felici" all'accoppiamento, quelle della fertilità, della bellezza giovanile. Fa riflettere molto su quello che si lascia alle spalle. Sulle prime, non si è in grado di capirne il nesso, ma quando il bioritmo si allenta e la solitudine prende il posto dell'euforia, potrebbe apparire il "vuoto", e determinarsi immenso e sproporzionato il baratto della libertà e indipendenza dal maschio con la solitudine più amara.
Intanto, per il momento scindere la condizione di "single" felice con l'atteggiamento sempre più diffuso della propria amata libertà appare un argomento molto avvertito, soprattutto, nella generazione di mezzo dai 30/40 anni.
Le donne fanno slittare il loro ciclo riproduttivo intorno ai 40 anni e se si accoppiano lo fanno sempre in vista di una "maternità" non più per innamoramento. Ciò è l'espressione più ampiamente dimostrabile di una maschilizzazione del genere femminile, che porta ad una emancipazione più completa e assoluta di quella del maschio, il quale frequentemente non è in grado di sopperire ai suoi bisogni primari.
Ma il fenomeno, purtroppo, segnala quasi sempre un deterioramento dei tessuto intimo-sentimentale valido per entrambi i sessi.
Affonda le sue radici molto in profondità, cioé nell'essere incapaci di investire sulle relazioni con impegno e regolarità, mostra la reticenza ai sacrifici inevitabili del vincolo. Provoca rimpianto? chissà, sarà il futuro a determinarne la portata emotiva e l'impatto sulle capacità d'amare, di un risvolto umano e psicologico oggi portato alla sopressione dell'oggetto d'amare.
Non essere state in grado di creare un legame solido, duraturo nel tempo, può far suonare un campanello d'allarme, perché il passato non torna, il treno non si fermerà alle stesse stazioni e perdere il treno può voler dire. una sofferenza interiore decisamente più alta del rischio che si corre con un matrimonio alle spalle,