Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
14 luglio 2009 2 14 /07 /luglio /2009 23:10

di (Ninnj di Stefano Busà)

Continuano gli episodi di violenza sugli spalti di un scenario che non vuole più accettare le condizioni disumane di un regime dittatoriale così barbaro. Si moltiplicano, dopo le elezioni verosimilmente fraudolente di Teheran, le manifestazioni pubbliche a favore dei rivoltosi, ad es. a Trieste durante il G8 dei Ministri degli Esteri, e qua e là per il mondo si alternano varie altre manifestazioni di protesta e di condanna, ma niente di più del biasimo.
Da più parti ci si chiede se, contro il pugno di ferro instaurato dall'ultraconservatore estremista Akmadinejad, fosse meglio il governo di Bush oppure di Obama.
I risultati di Bush lo vedono anche i ciechi. Dal potere degli Ayatollah islamico nessun cenno di cedimento al programma nucleare già annunciato, arricchimento dell'uranio che significa minacce di sterminio contro Israele  e altri Paesi non allineati, recrudescenza  con ulteriore accanimento di nazionalismo terroristico.
Fra i primi passi di Obama, vi fu l'offerta di  dialogo che offrì al dittatore a mano tesa  in segno di amicizia, che fu irrisa e ignorata, forse, giudicata anche atto di debolezza da parte di Akmadinejad,  dichiaratosi legittimamente eletto dal popolo con vistosi e reiterati brogli elettorali, che hanno portato milioni di cittadini sulle piazze a protestare contro la dittatura toeocratica, monolitica e pericolosa dell'ultimo spietato Islam, che inietta semi di violenza e di sopraffazione sui popoli limitrofi e sulle popolazioni inermi, allo scopo di proclamare ancora una volta la forza e la potenza dell'ultimo impero del male. 
Teocratica e ultranazionalistica la loro tattica parte alla controffensiva, a cominciare dalle armate dei Basiji (truppe militari feroci), all'oscuramento di TV e internet. Sarebbe, pertanto, sbagliato fare un'altra guerra all'Iran contro Akmadinejad, (con Saddam Hussein se ne stanno pagando ancora le conseguenze economiche, da parte degli Stati Uniti e non solo, in numero di morti anche l'Italia ha pagato il suo prezzo,(l'ultimo giovane è saltato in aria ieri)  quanto isolare e porre sanzioni e limitazioni di cui si farebbero beffa. A farne le spese più dure sarebbe la popolazione civile costretta da leggi di isolazionismo a subire ulteriori ripicche e atrocità.
In Iran non è da poco iniziata una dura lotta per rovesciare il regime islamico feroce ed estremista.
La popolazione civile è consapevole che la rivolta si svolgerà nel sangue: sangue ovunque, sulle strade, sui muri, sulle auto, sui marciapiedi, sulle autoambulanze che trasportano morti e feriti (forse per apparire meno barbari), ma di contro oscurano le Tv e le Reti internazionali per non permettere la visione della loro ferocia nel mondo). Lotta,  dunque, tra poteri religiosi e poteri civili che si scontrano per spartirsi bottini e strapotere in alcune cariche governative che temono di venire spodestate dalla rivoluzione popolare che chiede a gran voce diritti.
Una cosa è certa, e sembra quasi impossibile: in caso di attacco all'Iran come è avvenuto per Saddam Hussein in Iraq,  la popolazione si ricompatterebbe in un lampo, per cacciare il nemico. Così è fatto l'Islam, si vuole democrazia e diritti, ma al minimo segnale che possa stabilire l'ordine e la democrazia dal di fuori, si ricompatta velocemente contro lo straniero; alle interferenze americane risponderebbe con un proclama: a morte il nemico, accettando ancora una volta di sopportare le torture inflitte, questo perché non deve, nè può coesistere in una lotta armata all'interno di uno stato di diritto, pur se basato su leggi tribali e metodi di atrocità), la prevaricazione di interventi esterni. La concezione di quel Paese non lo accetta, si mobiliterebbe contro l'invasione di territorio.
La popolazione oggi  contesta il fanatismo irriducibile del tiranno, ma è pronta a unirsi a lui nella compagine degli equilibri di potere votati alla rivendicazione dei principi di non invasione e delle carte costituzionali che regolano gli stati. Credo però che occorra, da parte del mondo intero, far sì che questo processo di cambiamento innescato non si diperda, ma anzi si riveli una inversione di marcia rispetto ai tempi passati e sia irreversibile la tendenza verso la liberazione, con una mobilitazione di solidarietà che incoraggi lo sforzo e dia sostegno e organizzazione a formare comitati, cortei e manifestazioni a favore dei rivoltosi.
Affinché non si affievolisca l'interesse e non si spenga la luce dei riflettori per quest'ultimo baluardo di democrazia da importare in Iran, perché isolare la ribellione appena iniziata significherebbe spegnere, al suo nascere, la luce del progresso e della civiltà in un lembo di terra che ha radicato al suo interno lotte tribali di poteri  offensivi per il buon andamento mondiale. Non condannarne la brutalità e la ferocia sarebbe come far sprofondare i neofiti della democrazia che stanno alzando la testa dal basto, in un buio di secoli.
E i Guardiani della legge islamica sono lì a difendere quella che ritengono la religione suprema di tutte le religioni, "l'islamismo" e l'ortodossia portata alle sue estreme conseguenze potrebbe portare nuovi lutti e fare nuove vittime all'interno di una vsione di strapotere che non vuole indietreggiare di un centimetro, nei confronti del mondo e della temeraria ragione del loro profondo e radicato processo di stabilizzazione fraudolente e spietata.
Gli interessi di parte, anche degli Europei non deve far perdere di vista le motivazioni legittime della democrazia. Intanto, non fanno onore che Nokia Siemens Network hanno venduto al governo iraniano il sistema di monitoraggio  della telefonia fissa e mobile oltre che la rete internet, dei quali siamo pronti a condannare questo business sottobanco e le loro responsabilità nei riguardi di una dittatura che dovrebbe rimanere isolata ma, invece, mostra molte frecce al suo arco, e guarda caso, sono sempre illeciti e fraudolente azioni atte a introitare foraggi monetari e utili ai fautori di un oscurantismo primordiale che a suon di soldoni ventilano rischi per le sorti del mondo, pianificando piani di morte e di sterminio per tutti.
Il terrorismo si attua nella peggiore delle sue minacce, che anche se ventilate esasperano e tolgono la serenità a tutto il pianeta, non solo agli Stati Uniti: in caso di attacchi nucleari, a subire le conseguenze dell'atomica sarebbero sempre gli indifesi e i più deboli., ma questa volta , si sospetta, anche gli aggressori e gli aggrediti, il pianeta tutto potrebbe scomparire.

Condividi post
Repost0

commenti