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29 agosto 2009 6 29 /08 /agosto /2009 14:33

di Ninnj Di Stefano Busà

Non vi può essere al mondo un'altro sentimento più forte, più rivitalizzante, più importante, più immensamente adatto a farci crescere e progredire, come l'amore, perché l'Amore se è veramente quello giusto, può fare miracoli.
Può migliorare, può far toccare cieli alti, può arricchire dal di dentro un essere umano da renderlo un altro, potenziare le sue caratteristiche, renderlo sereno, disinibito, cioé quello che vorrebbe essere e che per mancanza di un partner ideale non è. La felicità assoluta è pura utopia, non è di questa terra, non ci appartiene e non ci sarà mai concessa dalla vita, ma l'Amore quello vero è l'unico rimedio che abbiamo per riscattarci, per migliorare, per crescere, per essere felici e far felici il partner.
MA COME SI FA PER GIUNGERE A TALE POSIZIONE PRIVILEGIATA? A TALE STADIO DI FELICITA' METTENDO IN GIOCO SOLO LE NOSTRE ENERGIE?
Tutto o quasi dipende dal carattere di ciascuno: vi sono persone incapaci di amare, la loro incapacità è palese e si manifesta con scatti d'ira, rifiuto delle ragioni dell'altro/a, invettive, rimproveri, vessazioni, persecuzioni. Trattasi in tal modo di amori  malati, irrecuperabili, perversi, impossibile vivere con esseri umani che sono la negazione del bene, un bene normale, s'intende, un bene vicino alla prassi comune, senza andare a ricercare elevatissimi stadi di maturità, quello per intenderci  -terra terra -, che qualsiasi essere umano auspica, perché è da lì che si comincia a costruire il palazzo, è lì che inizia a formarsi quell'affiatamento, quell'affinamento, quella tal sintesi o amalgama interiori che può col tempo preludere ad un sentimento profondissimo, grandissimo.(quello fra due esseri) che esula da tutto, che è fusione di anime, un linguaggio di sensi, di affetti, di trasmissione spirituale, di abnegazione, di rispetto, di stima, di ammirazione, di complicità, un bene che non conosce sosta, che cresce con noi, ci nobilita, c'infonde coraggio nelle avversità, ci risparmia l'amarezza e il dolore della solitudine, c'infonde calore e ci fa toccare il cielo con un dito.
L'altro amore, invece, quello impostore, fasullo, legato alle meschinità, alla gelosia, al ricatto, alla malvagità ci toglie l'ossigeno, ci fa deperire come le piante senza'acqua, ci può anche portare alla morte sicuramente per disperazione o angoscia; il meno che possa fare è creare in noi uno stato perenne di frustrazione, di depressione, di scontentezza, di avvilimento. La psiche ne resta come stritolata. Nel disamore, cominciano a manifestarsi crisi di ogni natura, insofferenza, irritabilità, a iniziare dall'allergia a quella determinata persona, che non si sopporta più, la si vede come un nemico, vivendo quella storia come un incubo dal quale bisogna uscire, a qualunque costo.
A questa unione che chiameremo sbagliata, insensata e assurda, perché trattasi di unione miope, infelice, defraudata dalle più elementari regole per essere sereni, sopravvivenza sterile, senza sbocchi, né slanci, senza avvenire, né prospettive, né possibilità di successo, è preferibile la libertà, e oso dire perfino la solitudine. Il detto comune: meglio soli che male accompagnati è di gran lunga preferibile alla massacrante, distruttiva, devastante ipotesi che un eventuale partner sbagliato può farci vivere. A volte anche involontariamente, anzi proprio in funzione di questa involontarietà, poiché non si accorge di sbagliare, rende la persona che gli sta vicino talmente infelice, da farle sospettare che sbagli essa stessa. In realtà il vero disturbo è solo nella mente malata di chi attua segnali improponibili alla vita di tutti i giorni, attuando un piano distruttivo e illogico di vessazioni che spesso affondano le radici nell'infanzia, nella carenza di affetti, nel rifiuto dei genitori, nella personalità deviata e pervertita di ciascuno che, se umiliato in tenera età, tende ad umiliare gli altri esseri umani, a far pagare la sua infanzia infelice a chi gli sta a fianco, senza pietà, senza resurrezione, senza misericordia. Una personalità disturbata può manifestarsi anche a distanza di anni, prima dare sintomi quasi inavvertibili, minimi, dei quali, la compagna che ha scelto di vivergli accanto non si accorge o, può ancora condonare, giustificare, ma è a lungo termine che diventa paranoia, status perenne di conflitti, di malanimo, di vilipendio, di afflizione: entrano in gioco meccanismi perversi che affondano radici nel lontano passato, fattori da psicanalizzare e per i quali si dovrebbe stare in terapia analitica per anni e anni. Il complesso meccanismo mentale si rende ulteriormente pericoloso, perché il paranoico non si rende conto della sua malattia, e tende a perseverare ulteriormente, aumentando gradualmente la dose, rincarando, per così dire, l'illogicità del suo operato. Un elemento che rimane immaturo, vittima di se stesso, delle proprie paranoie, dei propri incubi, spesso li rivisita con l'atteggiamento di doverli far pagare a qualcuno, e chi più della persona che gli sta accanto, che condivide la sua vita, e le sue giornate può essere più adatta a subirle? Le umiliazione sono all'ordine del giorno, le minacce, i ricatti, le malevolenze sono abituali. Talvolta capita che la persona disturbata sia anche convinta che come lui, meraviglioso, tenero, docile agnellino, intelligente, ricco, colto non avrebbe potuto  -la poveretta-  trovare. Ahimé, quale più grande devianza mentale può sostenere questa idea!spesso il povero cristo è solo sofferente, ed è capace solo di spargere sofferenza intorno a lui.
La personalità ammalata non è, in realtà, in grado di dare un senso alla sua vita, di analizzare le situazioni che viene a creare con la sua follia e insicurezza, col suo malanimo e la sua crudeltà mentali, non intuisce che la felicità sta altrove, e in ogni modo, non con lui.
E' convinto di avere le carte in regola per avere tutto da una donna: amore, riconoscenza, sostegno, affetto, comprensione, complicità. Purtroppo, non è capace di intendere che il fondamento sul quale si regge l'unione è completamente deformato da una logica infame che lo logora, lo deprime, lo rende nemico del partner.
In tal modo, una tale rapporto si rende totalmente invivibile, si fa portatore di un tale male psicologico che non vi può essere medicina o rimedio atti a curarlo. La psiche del partner sano si destabilizza, si confonde, si richiude in se stessa, smarrisce la volontà di vivere, non è più favorevole ad una convivenza forzata o ad un tale matrimonio che le porta via la vita stessa, la rende schiava di un essere feroce, disumanizzato, quasi sconosciuto, che è totalmente indifferente al suo dolore, alla sua sofferenza, da farle desiderare di essere all'altro capo del mondo, ma non con lui.
L'amore vero, invece, dà slancio alle due entità in gioco, regala vitalità e sicurezza, le rende euforiche, felici, le fa crescere e migliorare in una condizione condivisibile e sincera, virtualmente le fa sentire sollevate da terra, dà alle due personalità bene accoppiate l'energia di giungere in alto, quasi a toccare le sfere più lontane del pianeta, perché l'Amore dà questa sensazione, progetta questo modello di vita, lo rende attuabile e costante. La vita si vive una sola volta! e se ci si accoppia, per sbaglio, malamente, davvero sono guai...la vita diventa un inferno e la serenità viene meno perché si intuisce l'irreversibilità del comportamento dell'altro, e quindi l'inutilità di poter trovare un rimedio, un punto fermo per continuare a inquadrare la propria esistenza. L'unione felice dà gioia reciproca, conforto, rende ricchi dal di dentro, umanizza e fa scattare meccanismi impensabili. Quando accade di incontrare l'altra metà della mela, la vita terrena diventa una piccola isola di pace, una magìa che non è pari a nessun'altra. Tutto appare sotto una luce diversa, ci rende allegra la vita, ci neutralizza i cattivi umori che possono venire dall'esterno:
l'esistenza col partner diventa un'osasi d'incommensurabile gioia, palpabile, (ci si sente sempre nelle condizioni dell'innamoramento), in cui trovare la serenità, la comprensione, la soluzione dagli affanni per sempre, perché tutti i momenti sono vissuti con la stessa intensità.
E' bene poter esprimere le proprie emozioni, le suggestioni, le impressioni dell'esistenza a qualcuno che li sa capire fino in fondo, che li accetta, con gli eventuali margini di errori o con le carenze normali che tutti possiamo avere, ma quando devi mistificare il tuo atteggiamento, nascondere le tue necessità, apparire quello che non sei, emarginare le tue emozioni, falsificare i tuoi slanci, i tuoi momenti di abbandono, questo vuol dire annullare la tua persona, costringerla a comportamenti contronatura, vivere in sostanza una doppia vita che pesa come un macigno sulle  spalle del malcapitato. In tal caso, ma solo in tal caso, quando tutte le strade sono state battute, tutte i possibili rimedi sono stati tentati, senza trovare vie d'uscita, sarà meglio dirsi addio, e ognuno segua il suo destino. Ma, purtroppo, in questi tempi balordi e pieni di incognite c'è chi si sente autorizzato a vilipendere, a martirizzare e a far pagare a caro prezzo, spesso con la vita, la separazione o il divorzio. Spesso il folle e feroce autolesionista si erge a giudice e uccide la vittima designata. Solo nell'anno in corso le statistiche sono raccapriccianti, vi sono stati più uxsoricidi perpetrati ai danni di donne indifese, che avevano il solo torto di volersi riprendere la propria libertà da un boia, di quanto ve ne siano in una vera guerra: il maschio latino, orgoglioso e ferito nel suo amor proprio non vuol cedere all'allontanamento da casa e fa strage anche di figli, oltre che di mogli. Bene ha fatto la legge a mostrarsi più dura nei confronti dello stolking, perché, almeno, si salvi il salvabile, ove vi è una denuncia grave di lesioni e di oltraggi nei confronti del partner più debole e meno protetto.

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