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30 ottobre 2011 7 30 /10 /ottobre /2011 16:06

 

Un grande avvenimento di successo, si è rivelato l'incontro alla prima edizione del Premio di Poesia e Narrativa "L'INTEGRAZIONE CULTURALE ATTRAVERSO LA LETTERATURA"che ha visto una grande partecipazione di autori provenientiti da tutto il mondo.

Un pubblico attento e interessato ha gremito la Sala della Provincia di Milano, ieri 29 ottobre.

L'obiettivo dell'iniziativa è quello di costruire un ponte ideale tra i due Paesi, ai quali si uniranno, ce lo auguriamo, altre realtà culturali, istruendo un immaginario filo conduttore che, attraverso la Letteratura, la conoscenza e la coscienza porti al miglioramento della vita tra i popoli, per una maggiore integrazione che abbia come obiettivo "il bene comune" e sia frutto di sviluppo, di crescita umana e sociale tra le civiltà. Sono stati attribuiti dei riconoscimenti alla Letteratura a Maurizio Cucchi della Mondadori (poeta e scrittore), a Davide Rondoni (poeta), a Donatella Bisutti, (scrittrice e poetessa).

E' stata consegnata una targa quale riconoscimento per aver realizzato tante opere nella città metropolitana milanese al Dr. Guido Podestà (Presidente della Provincia di Milano.

e, a sorpresa, una targa alla Responsabile della cerimonia come Gran Dignitario d'Arte e Cultura:Dott.ssa Ninnj Di Stefano Busà, che pe l'occasione tivestiva il ruolo di Presidente della Giuria; gli altri componenti erano: Corrado Calabrò, Franco Loi, Alessandro Quasimodo, Haidar Hafer, Don Vavassori, Rodolfo Vettorello, Franco Masciarelli.  

"Bisogna riappropriarsi della propria coscienza umana per giungere a quel traguardo di Umanesimo del Terzo Millennio che è latitante dal punto di vista della globalizzazione culturale. Solo centrando e perseguendo certi obietivi si può recuperare il profilo dell'intesa vera tra i popoli, tra i Paesi e le società del futuro. La globalizzazione, che ha reso necessaria l'integrazione tra le genti, è un fattore ormai incontrovertibile, vi si deve opporre l'integrazione per la realizzazione di un mondo migliore." sono state le parole pronunciate nella breve introduzione e con le quali la scrittrice ha delineato a grandi linee il progetto ampio dell'iniziativa.

Il Console Generale Dr. Narcisa Soria Valencia ha rilevato il carattere internazionale dell'iniziativa atta a gettare le premesse per una integrazione che sia di sostegno e di crescita morale e umana tra i popoli. Ha preannunciato che dall'anno prossimo il progetto avrà il patrocinio della Presidenza della Repubblica. 

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28 ottobre 2011 5 28 /10 /ottobre /2011 17:55

a cura di Ninnj Di Stefano Busà

 

Il suo modulo linguistico non è dei più semplici, appare tale solo di primo achitto per la familiarità a mostrare parole usuali, ma che pure hanno un loro incantamento e quella scorrevolezza di fondo che sanno tradurre la specifica orditura, in assiomi di grande e talentuosa disposizione spirituale. Lo spessore verbale  in un discorso di riferimenti inventivi, sa mantenere la sua ricerca euristica entro guizzi fascinosi e simbolismi mai astratti, ma puntualmente vivificanti entro il nucleo del linguaggio.

Davide Rondoni è il poeta di oggi per eccellenza, calato nel quotidiano vulnus che attizza a quella maestrìa di fondo le sue osservazioni spontanee, ora sottili, ora visionarie: oggetti, luoghi, strade, città, bar, periferie acquistano una loro simbiosi primitiva e reale di luoghi dell'anima. Davide Rondoni si rivela un poeta moderno, ma di quella modernità pensosa e inaspettatamente originale che sa calarsi in una retrospettiva di tempi e sensazioni, operati all'insegna delle sue sagaci e puntuali osservazioni del mondo.

Quello che si evince dalla sua poetica è la persuasiva opera di penetrazione in una scrittura composita che è, al contempo, evocativa di sè medesima e attinge ad un simbolismo e ad un particolarismo suoi propri.

Davide Rondoni è un poeta complesso che sa ingenerare nel lettore quel senso di immaginaria sospensione, quella sorta di frammentarismo che s'interseca con l'oggettuale ritorno di sè agli altri. Gli oggetti, sotto il suo sguardo,s'intersecano, sembrano materializzarsi, prendere forma e vigore, lungo traiettorie immaginarie in cui tutto apparentemente  è  -non poesia-

Invece, di carne e sangue è frammisto il suo verbo e attinge di frequente ad una frammentazione diasporica di sintagmi che si frappone al ricordo, per ritornare alla dimensione di figurativismo e relativismo propri del linguaggio moderno.

Rondoni sa interpretare l'uomo comune, chiuso in un suo labirinto condominiale, alle prese coi problemi e le difficoltà del quotidiano,con la fragilità e l'ossessione del suo percoso solipsistico, colmo dìincognite, di assenze, ma anche avulso da quel metropolitanismo convulso delle grandi città che egli intuisce nel suo immaginario..

Attraverso itinerari abituali: bar, tram, stazioni, autogrill, dove tutto transita senza sosta, corre, percorre, si defila in una sua estraneità ossessiva, fatta di lampeggiamenti , di note stonate, di panni stesi, di velocità, di panorami visionari e non.

Vita, anche quella notturna con la sua incantata necessità di rapportarsi, di narrarsi. Ed è un racconto d'anima quello che  Rondoni fa nelle giornate apparentemente senza storia, ma che hanno la sorvegliata consapevolezza dell'essere lì, ora, sic et ninc: l'uomo vagolante, inconsapevole del suo itinere, incosciente della sua presenza nel mondo attraverso le piccole cose si riscatta, tonifica la sua ingerenza all'esterno, ne coglie i frammeti, fa sua la sua storia in un assemble tortuoso e fobico.

Il poeta percorre in lungo e in largo l'incanto delle mattine ansanti, già affannose alla prima ora... il bar lungo la stazione, i camerieri che trattengono la lucida tunultuosa ilarità del giorno inquieto, e poi i sogni, l'amore, la vita quale appare dai lacerti di dolore e dal pensoso "repescage"

Proprio dal rimestare la luminosità delle percezioni-suggestion che si evidenzia l'Ulisside che è in lui. Sempre alla ricerca di se stesso, di un'Itaca lontana, un viaggio all'interno di sé, nei mattini bitumati dal dolore, dalla noia, alla ricerca di ciò che può essere il mezzo e non il fine per giungere alla verità "oltre": una verità inamovibile e affrancata da remore metafisiche, quasi opaca, annoiata, ma tremendamente incantata dinanzi al mistero dell'essere.

I luoghi familiari gli consentono d'interpretare l'esistenza con grande maestrìa e far rivivere attimi scialbi con l'intensa luce della fantasia. Un'esistenza parallela si diparte dal poeta per raggiungere la trasfigurazione lirica di un paesaggio endemico, che chiude in un cerchio gli oggetti in una sua impalpabile aurea. 

Il suo lirismo combacia col realismo sinergico delle sue emotività, si appropria di una tensione emotiva che è in Rondoni il suo "alter ego" .

Il poeta non si lascia mai irretire da sperimentalismi aberranti, nè trovano posto in lui gli intellettualismi un po' demodé della neoavanguardia letteraria. Rondoni è un mostro sacro del linguismo che riposa in un suo "subliminale" entroterra cilturale, pure se, a volte, gliaciale: momento individuale che appartiene solo a se stesso.  Per il resto penserà la Storia a collocarlo nei podii alti di un gradimento che, della contemporaneità ha il gusto, la sagacia e i toni, mostrando a chi lo legge la maestrie delle sue doti poetiche comunicative e condivisibili in tutti i suoi lavori letterari.. 

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27 ottobre 2011 4 27 /10 /ottobre /2011 16:10

di Ninnj Di Stefano Busà

 

 

INGREDIENTI: 1 kg di fasolari, 1 zucchina, 1 melanzana, 1 scalogno, 1 spicchio d'aglio, 2 ciuffi di prezzemolo, olio extravergine di oliva, 4 cucchiai di aceto balsamico, sale e pepe.

 

Lavate e pulite i fasolari molto bene sotto l'acqua corrente, eliminando tutte le impurità esterne. Versateli In una larga padella antiaderente con olio, lo spicchio d'aglio schiacciato, lo scalogno tritato e un ciuffetto di prezzemolo. Lasciate che si aprano, eliminate quelli che restano chiusi (non sono buoni). Pulite la melanzana e la zucchina fatele a fette e grigliateli, (eventualmente siete privi di griglie, potete friggerle con un po' d'olio. Distribuite i fasolari in ogni piatto singolo, con tutto il loro sughetto di fondo che lascerete restringere un po'. Adagiatevi le fettine di zucchine e di melanzane arrotolate, spolverate di abbondante prezzemolo tritato e servite con un goccio di aceto balsamico in ogni piatto.

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27 ottobre 2011 4 27 /10 /ottobre /2011 11:15

di Ninnj Di Stefano Busà

 

L'ELEVAZIONE AL TRASCENDENTE NELLE OPERE DI SUPINO

 

Una sorta di florilegio visivo si evince, da subito, osservando, le opere del grande artista, che nella continua trasposizione dell'oggetto appone un'immateriale linguaggio fatto di atmosfere rarefatte, in una quasi ascesi contemplativa. Vi fa da sfondo una retrospettiva metafisica di grande rilevanza. Dell'arte di Giuseppe Supino è possibile intuire la sua formazione stilistica che adagia su figure sognanti, quasi evanescenti eppure sospese in una loro grazia di pensiero levigata e inenarrabile. Le sue sognanti figure sono disposte in uno status di rigenerazione intellettuale: una metafisicità di astrazione e di forma che ha precedenti nelle maestranze pittoriche del tempo passato, ma non cumulabili con altri artisti contemporanei, qualche affinità si mostra con Purificato, ma solo vagamente, da cui poi sa differire per la precisa e puntuale differenziazione dei luoghi d'anima, apparentemente impalpabili, dove il lirismo e il suo status-simbol sono la stessa cosa della sua sostanza che, dai tratti del volto, dalle figure e dal simbolismo prendono vita e si dislocano come ali in un cielo.

Infatti, sia nei pastelli che negli olii, e negli acquerelli, l'artista si contraddistingue  e marca la sua mano in intuizioni-emozioni che hanno il particolare privilegio del segno e della sua identità.

L'opera di Supino si apre a più ampie letture interpretative, la levità si esprime dalla materia verso il -sublime- 

Vi è una libertà quasi liberatoria nel suo trasfigurare momenti di sintesi e di incantamento. Vi è una quiete che è pacificazione dell'anima dalla tensione del mondo. 

Una gioia per i sensi!

Tutti gli elementi sono sintetizzati in una raffinata miscellanea di momenti pittorici classicheggianti che segnano un percorso solare tra la tradizione e la modernità.

La linea ad olio, ad es. esprime la moderna femminilità radiosa di una bellezza sensuale eppure angelicata, composta, sognante, quasi mitizzata nel suo cerchio magico di perfetta armonia contemplativa: percorre tutta la gamma della passione che infiamma, ma che si va stemperando in impalpabili morbidezze muliebri dai tratti quasi angelicati, levigati dal candore e dal sogno. I toni vanno dall'avorio al latteo "sintetico" di un biancore quasi "candore".

Il sorriso delle figure esprime un puro mistero che ne rileva in ognuna la sua innocente sensualità.

Supino regala una sua soprendente interpretazione moderna che è insieme sofisticata e preziosa. Una dualità del genere femminile che appare al tempo stesso, eterea eppure profondamente sensuale, in un "boisée" quasi floreale in cui le figure si stagliano nette.

Un tratto di rara perizia contraddistingue quasi tutta l'opera di Giuseppe Supino, che sprigiona una pura luce, quale solo l'inconfondibile mano dell'artista sa imprimere.

Vi ho osservato una nostalgia evocativa che si evince da tutta l'opera pittorica di questo ottimo artista, sublimata da calde sensazioni quasi tattili in cui l'utopia gioca un suo ruolo. Supino raggiunge il suo irrisistibile acme in uno slancio giocoso e solare che è l'essenza del suo spirito libero, l'elevazione al trascendente della sua vera anima, del suo "demon" artistico.  Una profonda religiosità, infine, si mostra da tutte le sue opere. Vi è ìnsita quella sapienzialità, quella perfezione che è alchimia profonda con la natura e coi sensi, avviluppati, quasi rivestiti di pudori ancestrali, dai quali si aprono lontananze e luci di altri mondi, di altre trasparenze, ed è in fondo quella luce e quella trasparenza che ogni grande artista sa infondere all'opera che resterà eterna, perché se ne possa contemplare il significato profondo che è, sì, simmetria di mari e cieli, di natura e di dolore, di sacro e di profano, ma il tutto intriso nella svagata irrequietezza di un presente che ci fa umani, pur se, nello stesso tempo, ci eleva nelle alte sfere della sublimazione attraverso l'arte che è il pensiero subliminale e perfettibile della verità divina.

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17 ottobre 2011 1 17 /10 /ottobre /2011 15:14

CERIMONIA DI CONSEGNA DEI PREMI ALLA CULTURA BENVENUTI ALLA MANIFESTAZIONE DI SABATO 29 ottobre alle h.17,30 Salone della Provincia Via Corridoni, 16 Milano. INGRESSO LIBERO

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17 ottobre 2011 1 17 /10 /ottobre /2011 14:41

 

UN GRANDE EVENTO CULTURALE PER LA PRIMA EDIZIONE DELL'INIZIATIVA VOLTA A FAVORIRE: L'INTEGRAZIONE PER UN MONDO MIGLIORE

INVITO RIVOLTO A TUTTI  :  AMICI, POETI, GIORNALISTI, SCRITTORI

 

 

SARETE I BENVENUTI ALLA CERIMONIA DI CONSEGNA DEI PREMI sabato 29 ottobre ore 17,30 presso il Salone delle Conferenze della PROVINCIA in Via Corridoni, 16 Milano. Oltre ai Vincitori del Premio Internazionale "La letteratura per l'integrazione" SARANNO CONFERITE TARGHE ALLA CULTURA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Dr. Guido Podestà, ai poeti: Maurizio Cucchi e Davide Rondoni, alla scrittrice Donatella Bisutti.

Madrina della Cerimonia il Console dell'Ecuador Dott.ssa Narcisa Soria Valencia. Sarà presente un rappresentante del Governo ecuadoriano e l'intera Organizzazione del Settore Culturale in Italia nella persona del Dr. Guaman Allende.

Farà gli onori di casa la scrittrice Ninnj Di Stefano Busà in qualità di Presidente della Giuria.Presenterà l'intera manifestazione Enrico Beruschi.

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15 ottobre 2011 6 15 /10 /ottobre /2011 17:55

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 300 gr. di tonno, 60 gr. di parmigiano grattugiato2 cucchiai colmi di pangrattato, 3 ciuffetti di prezzemolo tritato, mezzo spicchio d'aglio, 2 uova sode, 1 rametto di timo, 1 cucchiaio di aceto bianco, sale e pepe.

 

Rassodate le uova (8 minuti dal primo bollore), sgusciatele. Sgocciolate il tonno dall'olio di conservazione, Mettetelo nel mixer con il formaggio, il pangrattato, il prezzmolo tritato, il timo, l'aceto, il sale e il pepe. Frullate a velocità media. Versate il composto su un foglio di carta di alluminio e stendetelo aiutandovi con le mani, ponete le uova sgusciate sulla superficie del composto e aiutandovi con il foglio di alluminio, arrotolate il polpettone ben stretto. Chiudetelo bene alle due estremità e versatelo nell'acqua bollente per 20 minuti. Fatelo intiepidire, toglietelo dalla carta di alluninio, affettatelo e servite con contorno di pisellini o un purè di patate

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15 ottobre 2011 6 15 /10 /ottobre /2011 17:41

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 1 cavolfiore medio, 1 avocado, 1 uovo sodo, 1 limone non trattato, 2 cucchiai di noci,1 cucchiaio di panna, 1 pizzico di noce moscata, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

 

 

Rassodate l'uovo in acqua fredda (8 minuti dal primo bollore). Eliminate le foglie, le parti dure e il Torsolo del cavolfiore. Fatelo lessare in acqua bollente u po' acidulata per 15 minuti. Scolatelo e dividetelo in cimette. Sgusciate l'uovo, ponetelo nel mixer con la polpa dell'avocado sbucciato e tagliato a cubetti, 2 cucchiai di succo di limone e una grattatina di buccia, un filo d'olio, le noci e la panna. Frullate. Cospargete la salsa sul cavolfiore disposto in un piatto e servite.

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15 ottobre 2011 6 15 /10 /ottobre /2011 17:17

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 1 cavolfiore medio, 1 avovado, 1 limone, 2 cucchiai di mandorle sgusciate, 2 cucchiai di panna, sale, pepe.

 

Eliminate il torsolo al cavolfiore, lavatelo e lessatelo per 15 minuti in acqua bollente salata. Estraetelo con la schiumarola e lasciatelo asciugare su un telo da cucina, Intanto, preparate la crema. Sbucciate l'avocado, eliminate buccia e nocciolo interno, affettatelo e sistematelo nel mix con la panna, il sale il pepe e il succo di mezzo limone. Frullate per qualche minuto. Tagliate il cavolfiore a fette larghe 1 cm, sistemate le fette su un piatto da portata, versate questa crema preparata sul cavolfiore. Servite, ottimo come contorno.

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5 ottobre 2011 3 05 /10 /ottobre /2011 09:50

POESIA, COME DIRE L'ALBERO DELLA VITA

 

di Ninnj Di Stefano Busà

 

Parlare di Poesia può apparire pleonastico, un modo di tritare "aria fritta":

Ai distratti, orgogliosi, insufficienti che detengono il primato dell'inattivitè intellettuale è sempre apparsa una falsificazione della realtà: il loro pragmatismo è d'obbligo dinanzi al suo mistero.

Anzi vi appare addirittura inutile, vacua, un processo riconducibile all'astratto, un discorso fatto "coi piedi nel ghiaccio", una abulia di connotazioni e di parole che non hanno corrispettivi con la realtà, ora precoci, ora tardivi della propria interiorità, un dialogare con la luna, qualcosa di mezzo tra la follia e la saggezza.

A tutti sia chiara una cosa. se esiste, (come esiste), nel fondo di un pensiero e di un'anima non bene identificati, vuol dire che è lo spirito dell'uomo, il respiro della sua anima, l'ossigeno del mondo.

Noi ci accontentiamo di saperlo ALITO D'ETERNO, o come l'albero della vita che dà i suoi frutti migliori al mondo intellettuale, a quella parte del pensiero in ombra, riflettente e sacro, sì, perché la poesia è sacra: sviluppa l'intuizione e promuove le migliori energie per una crescita del mondo, per migliorarlo spiritualmente, arricchendolo di quelle energie positive che permanendo come materia inerte farebbero regredire l'uomo allo stadio di primate, se non intervenisse la "parola" a darle il soffio vitale, la vita.

Un presupposto azzardato è quello di identificarla col "nulla", assoggettarla alle mode effimere, al contagio abominevole dell'idigenza dei sentimenti e ancor peggio relegarla al ruolo di inutilità che le si vuole affibbiare a tutti i costi.

Niente è più sbagliato, anche il pensiero montaliano la intuisce come tale, per aggiungere subito dopo che è qualcosa di inutile di cui non si può fare a meno. Allora, niente vi può essere di peggio che l'abbandono o la stasi del pensiero e nella fattispecie l'abbandono delle immagini provenienti dalla consapevolezza del proprio "essere(ci)" senza storia, alieni dalla forza maieutica che puà inverare la vicenda umana.

La parola poetica pronunciata, tradotta e scritta oltre alla sua necessità può apparire ripetitiva, eccedente alla fisionomia comune del linguaggio, infrastrutturata da una logica tendenzialmente volta a esasperare il "poiein" ovvero, la facoltà dell'intelletto a creare, a fare.

Ma proviamo a riflettere...si starebbe davvero meglio senza la Poesia?

Essa come tutte le trascendenze ci giunge da molto lontano, non riusciamo a capire da dove, da Chi, ma si fa sentire, esulta o sta silenziosa, languente a volte in molti che vorrebbero esprimerla liberando fuori gli effetti venefici del vivere. Ma la poesia non reclama attenzione, non pretende ascolti, non predilige platee, essa giunge in sordina, nel fitto silenzio, spesso nel cuore della notte, il poeta la sente più vicina, la scrive, se ne nutre come di un dono eccelso. Perché bistrattarla, umiliarla, considerarla sottotono? Non è difettiva di valori, ma è semmai un valore aggiuntivo, è legata al suono della nostra armonia interiore, è nota alta di una tastiera che diventa orchestrazione connessa col mondo, con le sua scelleratezza o saggezza, con i suoi quotidiani dubbi, le speranze, le fitte dolorose, le assenze e le indigenze del cuore.

Dove respira la poesia non è desolazione, illumina tutto, oltre il buio perenne delle nostre risorse fisico-temporali, delle nostre ombre dei nostri singhiozzi.

E' lo spino nero che fiorisce lungo le dorsali della vita, in una vastità di terreni tutti infertili, dove passa la morte a fecondarli. Il mondo se non vi fosse la Poesia sarebbe più misero, più demotivato e ancora più solo e infelice.

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